venerdì 23 ottobre 2015

Palle mattamatiche

Sarò lieto di sorprendere molti di voi con una semplice domanda: può una palla di raggio 2 essere interamente contenuta in una palla di raggio 3?
(Non valgono risposte del tipo: basta bucare e sgonfiare la palla "più grande" )

Ovviamente la risposta è no. Ma la domanda è mal formulata: se chiariamo un pochino di cosa si sta parlando, la risposta diventa sì.

Tanto per cominciare:


  • una palla di centro $x_{0}$ e raggio $r$ in matematica è definita come l'insieme $ \textit{B}_{r}(x_{0}):=\{ x\:\epsilon\:X \: | d(x,y) < r\}$
  • $d(x,y)$ è una distanza, cioè una funzione $ d: X \times X \rightarrow \mathbb{R} $ con le seguenti proprietà:
    • $ d(x,y)\geq0$
    • $d(x,y)=0 \Leftrightarrow x=y$
    • $d(x,y)=d(y,x)$
    • $d(x,y)\leq d(x,z)+d(z,y) $

    Le ultime due proprietà sono dette rispettivamente: simmetria e proprietà triangolare.
    Un insieme X dotato di una distanza $d$ è detto spazio metrico.



    La distanza usuale a cui facciamo di solito riferimento è la cosiddetta distanza euclidea: $$d(x,y)= \sqrt{\sum (x_{i}-y_{i})^{2}}$$
    dove $x=(x_{1}, ... , x_{n})$ e $y=(y_{1}, ... , y_{n})$ sono vettori nello spazio $\mathbb{R}^{n}$.

    Ora possiamo riformulare la domanda: esiste uno spazio metrico in cui una palla aperta di raggio $2$ contiene propriamente una palla aperta di raggio $3$ ? 
    Ebbene sì, il trucco, se così si può chiamare, non sta nel trovare uno spazio strano bensì nel definire una distanza opportuna.
    Basta infatti prendere $\mathbb{R}^{n}$ e per semplicità possiamo considerare il piano $\mathbb{R}^{2}$, con la seguente distanza:
    $$ d: \mathbb{R}^{2} \times \mathbb{R}^{2} \rightarrow \mathbb{R} $$ definita come:
    $$\left\{\begin{matrix} d(x,y)=\parallel x\parallel +\parallel y \parallel \\ d(x,x)=0  \end{matrix} \right. $$


    Ora consideriamo le due palle $ \textit{B}_{2}((0,0))$ e $ \textit{B}_{3}((\frac{3}{2}, 0))$.
    Possiamo affermare che la seconda è contenuta nella prima.

    Un disegnino per capire di cosa stiamo parlando:




    Diamo una dimostrazione di questa strana situazione. Intuitivamente, $\parallel x \parallel$ è la classica distanza euclidea e dice quanto il punto $x=(x_{1},x_{2})$ è lontano dall'origine degli assi. La nostra nuova distanza è misurata sommando i percorsi dal punto $x$ all'origine e dall'origine al punto $y=(y_{1},y_{2})$. Questo fa sì che due punti anche molto "vicini" secondo la distanza euclidea risultino anche molto lontani nella nuova distanza.

    In concreto, vediamo quali sono i punti appartenenti alla palla di raggio $3$:
    $ \textit{B}_{3}((\frac{3}{2}, 0))=\left\{y\:\epsilon \:\mathbb{R}^{2} | \parallel x \parallel + \parallel y\parallel= \parallel (\frac{3}{2},0) \parallel + \parallel y\parallel < 3 \right\}$
    Dunque $\parallel (\frac{3}{2},0) \parallel + \parallel y\parallel < 3 $ equivale a $ \parallel y\parallel < 3-\frac{9}{4}=\frac{3}{4} $ cioè al cerchio centrato nell'origine e raggio $\frac{3}{4}$ . Dato che $\frac{3}{4} < 2$, questo secondo cerchio è contenuto propriamente nel primo.

    Qui sotto riporto una animazione che mostra un ulteriore fatto sorprendente legato a questa strana distanza:
    non sempre il centro della palla è contenuto all'interno della palla stessa. Man mano che allontaniamo il centro dall'origine, lungo uno degli assi, la palla si rimpicciolisce e perciò non è abbastanza grande da contenere il centro stesso (tutto ciò tenendo fisso il raggio).

    Una palla di raggio 2 nella distanza post office: man mano che il centro si sposta dall'origine contiene sempre meno punti.






     

    Curiosità sulla curiosità:


    $\circledast $ La distanza che abbiamo definito sopra è chiamata dagli anglofoni post office distance, alludendo al fatto che le lettere prima di essere portate a destinazione passavano necessariamente per l'ufficio postale principale di Londra. 

    $\circledast $ Non è necessario utilizzare la norma euclidea $\parallel \cdot \parallel$ perché $d(x,y)$ risulti una distanza, basta una qualunque funzione $f : \mathbb{R}^{n} \rightarrow [0, +\infty) $ che assuma il valore $0$ al più una volta, e allora la funzione $$\left\{\begin{matrix} d(x,y)=f(x)+f(y) \\ d(x,x)=0  \end{matrix} \right. $$ rispetta tutti gli assiomi.  

    $\circledast $ Questo giochino non funziona con una qualunque coppia di raggi: non c'è modo per una palla di raggio $1$ di contenerne una di raggio $2$, neppure con la distanza post office!



    sabato 17 ottobre 2015

    Matematica al computer

    Può un computer dare una dimostrazione di un teorema?
    Con un piccolo aiuto sì!

    Le Mathematics Mechanization and Automated Reasoning Platform (per gli amici MMP) sono dei software sviluppati nel corso degli anni per risolvere autonomamente alcuni lemmi e teoremi principalmente algebrici e geometrici.




    Il processo di Meccanizzazione della Matematica consiste nel verificare in modo algoritmico tramite un computer una dimostrazione formale. Per formale si intende una dimostrazione scritta in linguaggio puramente simbolico e che quindi il software può controllare partendo da alcuni assiomi preimpostati e dai teoremi precedentemente dimostrati (attraverso lo stesso software).


    sabato 10 ottobre 2015

    Numeri, numeri, numeri

    Come molti sanno, le famose cifre arabe altro non sono che un invenzione cinese, fatta propria dagli indiani che le hanno diffuse poi nel mondo arabo; infine sono giunte anche in Europa nel medioevo, diffuse grazie al Liber Abaci di Fibonacci.



    Una cifra (dall'arabo sifr أَلصِّفْر ) è un simbolo utilizzato per rappresentare numeri in un sistema numerico


    #HindiAraboLatinoItaliano
    1EkawāḥidUnumUno
    2dvaʼiṯnānduoDue
    3triṯalāṯätriaTre
    4catvarʼarbaʿäquattuorQuattro
    5pancaḫamsäquinqueCinque
    6sastsittäsexSei
    7saptasabʿäseptemSette
    8astaṯamāniyäoctoOtto
    9navatisʿänovemNove
    0sunyasifrzephirumZero

    Curiosità: in Hindi il termine sunya significa "vuoto", e fu tradotto dagli arabi con sifr che significa "niente",  mentre in latino il nome era zephirum che sta per "zefiro".
    Il termine dunque cifra è derivato da quello che in arabo indica lo 0.
    Una breve storia dello zero può essere letta in questa pagina.



    Prima della diffusione delle cifre Indo-arabe, in Europa venivano utilizzate quelle romane. Il sistema di numerazione romano non era posizionale, ma additivo- ovvero il valore del simbolo numerico si otteneva sommando il valore dei simboli che lo componevano - ed era costituito da un insieme di simboli che indicavano le cifre principali:
    I numeri romani sopravvivono ancora nei quadranti degli orologi






    #Cifre romane
    1I
    2II
    3III
    4IV
    5V
    6VI
    7VII
    8VIII
    9IX
    10X
    11O (raro)
    40F (raro)
    50L
    50K (raro)
    70S (raro)
    80R (raro)
    90N (raro)
    100C
    150Y (raro)
    160T (raro)
    200H (raro)
    250E (raro)
    300B (raro)
    400G (raro)
    400P (raro)
    500D
    500A (raro)
    500Q (raro)
    1000M
    2000Z (raro)

    Secondo la definizione di sopra, in notazione esadecimale, anche le lettere sono cifre!


    Un dado con le cifre esadecimali: 0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, A, B, C, D, E, F

    La cosa non vi sorprenderà, se pensate che alcune culture usano per le cifre le stesse lettere dell'alfabeto.
    Un esempio è il sistema di numerazione ebraico: 

    #
    Lettera ebraica
    Scrittura
    Cardinale
    MaschileFemminile
    0- efes (אֶפֶס)
    1Alephאechad
    (אֶחַד)
    achat
    (אַחַת)
    2Betבshnayim
    (שְׁנַיִם)
    shtayim
    (שְׁתַּיִם)
    3Gimelגshlosha
    (שְׁלוֹשָׁה)
    shalosh
    (שָׁלוֹשׁ)
    4Daletדarba'a
    (אַרְבָּעָה)
    arba'
    (אַרְבַּע)
    5Heiהhamisha
    (חֲמִשָׁה)
    hamesh
    (חָמֵשׁ)
    6Vavוshisha
    (שִׁשָּׁה)
    shesh
    (שֵׁשׁ)
    7Zayinזshiv'a
    (שִׁבְעַה)
    sheva'
    (שֶׁבַע)
    8Hetחshmona
    (שְׁמוֹנָה)
    shmone
    (שְׁמוֹנֶה)
    9Tetטtish'a
    (תִּשְׁעָה)
    tesha'
    (תֵּשַׁע)
    10Yudיassara
    (עֲשָׂרָה)
    eser
    (עֶשֶׂר)

    Anche i Greci utilizzavano il proprio alfabeto per esprimere i numeri.



    Come nel caso romano, anche i sistemi di numerazione ebraico e greco erano additivi.

    Se siete interessati ad approfondire l'argomento, ecco una serie di link che vi piaceranno:


    domenica 27 settembre 2015

    Il gatto di Schrödinger


    Probabilmente con la matematica questo articolo c'entra poco, ma è bello e curioso vedere come un argomento scientifico possa attrarre tanto l'immaginario collettivo.
    A proposito (o quasi) del nostro articolo sui Paradossi, parliamo del paradosso più famoso della meccanica quantistica: 

    Il gatto di Schrödinger

    « Si possono anche costruire casi del tutto burleschi. Si rinchiuda un gatto in una scatola d’acciaio insieme alla seguente macchina infernale (che occorre proteggere dalla possibilità d’essere afferrata direttamente dal gatto): in un contatore Geiger si trova una minuscola porzione di sostanza radioattiva, così poca che nel corso di un’ora forse uno dei suoi atomi si disintegrerà, ma anche, in modo parimenti probabile, nessuno; se l'evento si verifica il contatore lo segnala e aziona un relais di un martelletto che rompe una fiala con del cianuro. Dopo avere lasciato indisturbato questo intero sistema per un’ora, si direbbe che il gatto è ancora vivo se nel frattempo nessun atomo si fosse disintegrato, mentre la prima disintegrazione atomica lo avrebbe avvelenato. La funzione \Psi dell’intero sistema porta ad affermare che in essa il gatto vivo e il gatto morto non sono degli stati puri, ma miscelati con uguale peso. » 


    Meow!

    Girando per il web si trovano tante belle cose in proposito. Ecco una bella poesia twittata un po' di tempo fa:



    Ding dong dell
    Pussy’s in the well
    Who put her in?
    Schrödinger, Erwin
    What is her state?
    Indeterminate 



    L'impatto visivo è importante, perciò vi segnalo la seguente bacheca Pinterest:



    Infine ecco anche un video sull'argomento: 


    Paradossi



    Paradosso: una proposizione formulata in apparente contraddizione con l'esperienza comune o con i principi elementari della logica. La parola deriva dal greco παρά (contro) e δόξα (opinione).


    Il paradosso più celebre è senza dubbio quello del mentitore

    Epimenide cretese afferma:
    "Tutti i cretesi sono mentitori"
    che si può riformulare semplicemente scrivendo:
    "Questa frase è falsa."

    Tale paradosso si basa sulla autoreferenzialità, a tal proposito segnalo questo articolo sulle autoreferenze

    Alcuni paradossi possono essere piuttosto divertenti.
    Pensiamo al seguente esempio: 

    Questa frase contiene sei parole. 
    Chiaramente chiunque sappia contare almeno fino a 6, contesterà che le parole sono solamente 5. Allora la frase è falsa, il suo contrario deve essere vero: 
    Questa frase non contiene sei parole. 
    Ops! C'è soluzione all'impiccio?

    giovedì 17 settembre 2015

    Trucchetto mattamatico

     Vi propongo un piccolo giochino:



    Scegliete un numero nella seguente tabella.

    21 24 23 25 22
    1 4 3 5 2
    11 14 13 15 12
    6 9 8 10 7
    16 19 18 20 17

    Ora sceglietene un secondo in modo che non sia nella riga e nella colonna di quello prescelto.
    Ripetete il procedimento scegliendone un terzo, un quarto, un quinto.

    Ora sommate tra loro tutti i numeri scelti. Scommetto che avete ottenuto 65.

    Ho vinto la scommessa?

    Volete riprovare con quest'altra tabella più piccola?

    1 4 3 2
    6 9 8 7
    11 14 13 12
    16 19 18 17

    Stavolta punto sul 40. 


    Avete capito il trucco? Non ancora? Allora provate con questa tabella con i numeri messi in modo meno casuale. Il risultato è 15.

    1 2 3
    4 5 6
    7 8 9





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